Una Sala del Carmine gremita accoglie la presentazione di Vite da raccontare

Una Sala del Carmine gremita ha accolto, sabato 30 ottobre a Orvieto, la presentazione del volume “Vite da raccontare – Donne significative nell’esperienza e nella storia di altre donne”, edito a cura de “Il filo di Eloisa – Associazione culturale Eloisa Manciati” in collaborazione con LietoColle: evento di apertura, insieme alla collegata installazione sonoro visiva “La stanza delle Memorie”, della decima edizione della rassegna “Venti Ascensionali”. Presenze cittadine, ma anche significative e gradite presenze da altri luoghi d’Italia, per il convenire, pressoché in massa, delle diciotto autrici che hanno dato vita, con le loro storie biografiche, alla bella e significativa pubblicazione: Marta Albertini, Mara Luigia Alunni, Petra Algisi, Silvia Angeli, Cristina Balzaretti, Simonetta Cancian, Olivia Casagrande, Marisa Cecchetti, Elena Crespi, Roberta Cucini, Valentina Ferranti, Teresa Mariniello, Valeria Masala, Alba Stella Paioletti, Laura Pochesci, Rosalba Spagnolo, Barbara Rosenberg, Anna Zoli.

 Ad accoglierle, il calore del pubblico, che ha applaudito con assenso e emozione la lettura scelta dei loro scritti; il benvenuto della presidente del Filo di Eloisa, Ornella Cioni, che ha sottolineato il valore politico e di genere della pubblicazione; e l’acuta analisi dei testi e della loro tipologia tratteggiata da Lucia Motti, storica delle donne e presidente della giuria dell’omonimo concorso nazionale da cui è scaturita la pubblicazione. In sala, tra i numerosi presenti, l’Assessore alla Cultura del Comune di Orvieto, Antonio Barberani, la Consigliera di parità della Provincia di Terni, Raffaella Chiaranti, e il Direttore editoriale della LietoColle, Diana Battagia.
L’evento, insieme alle altre iniziative organizzate dal Filo di Eloisa, è stato contrassegnato, nel programma di Venti Ascensionali, col “Fiocco bianco”, come segno di adesione alla campagna nazionale contro la violenza sulle donne.

“Il testo biografico, quando a raccontare è una donna che narra di una sua simile – ha tra l’altro sottolineato Ornella Cioni – crea una dinamica ricca e importante fra due soggetti femminili, l’uno che interpreta e l’altro che è interpretato; e una dinamica non meno significativa con chi legge, che si trova ad avere come oggetto di riflessione non solo una vita, ma anche la concezione politica che l’interprete fornisce di sé e dell’altra, delineando un’idea di femminile che si raddoppia e si moltiplica”. E Lucia Motti, mettendo in guardia su come il rischio del rispecchiamento possa portare a volte lontano da una vera e propria narrazione storica, ha d’altro canto sottolineato come queste storie di “donne-formica” – donne comuni, nella maggioranza dei casi non assurte ad alcuna celebrità – spesso svalutate dalla storiografia ufficiale, ci restituiscano invece un vissuto quotidiano importante e diffuso, essenziale per ricostruire non solo una storia di genere, ma le coordinate di vita sociale in cui, per uomini e donne, si saldano eventi, ruoli, affetti, conflitti, epoche.

Con un prezioso lavoro di collage, Loretta Fuccello, Teresa Equitani e Simona Mingardi hanno cucito, in una serie di emozionanti letture molto apprezzate dal pubblico, brani tratti dalle biografie tracciate dalle diciotto autrici, scelti e riuniti secondo criteri di valorizzazione dei punti di forza del pensare e dell’agire delle donne: resistenza, inaddomesticato, libertà femminile, genealogia, trasmissione, identità, eredità.

Le autrici dei quattro lavori segnalati – scelti, come ha spiegato Lucia Motti, non solo per il loro valore letterario, ma perché esempio di quattro diversi modi di intendere la biografia femminile (documentario, romanzato, intimo, storico) – sono state premiate con significativi omaggi donati da alcune artigiane orvietane. A Olivia Casagrande, per Il seme di Patricia, un gioiello di Arsauri, di Maria Assunta Ciofi e Daniela Banella; a Barbara Rosenberg, per La sedia di Nettie, una ceramica di Nadia Forbicioni, Ceramicarte, che ha offerto una brocca con le aggraziate sembianze di una Pasquina orvietana; per Mara Luigia Alunni, autrice di Noi, e per Alba Stella Paioletti, autrice di Madonna Antonia tra storia e leggenda, lavori in merletto orvietano, rispettivamente offerti da Manuela e Mariella Ciotti di Arsduemme MerlettOrvietano e Loretta Lovisa di Merletto di Orvieto.

Molto apprezzata l’installazione “La stanza delle memorie” di Massimo Achilli, realizzata con i contributi visivi e sonori forniti dalle autrici delle biografie selezionate, che ha coinvolto e emozionato, in un suggestivo vortice simultaneo di voci e immagini, chi si è immerso nella sussurrante penombra della stanza. Dodici voci – le voci originali delle autrici – raccontano, mescolandosi e sovrapponendosi in un cerchio sonoro da dodici diversi microfoni, le storie biografiche del libro, pronte a diventare uniche e più singolarmente percepibili per l’orecchio che volesse accostarsi a ogni distinta fonte di suono. Al centro, proiettate sulla ghiaia con effetti visivi di dissolvenza, le foto delle protagoniste delle storie.

Se la presentazione si è esaurita nella festa e nell’emozione di un pomeriggio, l’installazione continua e è visitabile fino al domenica 7 novembre, tutti i giorni alla Sala del Carmine dalle 17,30 alle 19,30. Altre visioni sono possibili su appuntamento tra le 15,30 e le 17,30 da mercoledì 3 Novembre. Info: 3358164833

L'articolo è stato pubblicato in Notizie. Aggiungilo ai preferiti permalink.