“Non violente, non arrese”: questa la linea emersa dall’incontro organizzato dal Filo di Eloisa

Sabato 9 marzo al Museo “Emilio Greco” si è svolto il previsto incontro curato dal Filo di Eloisa su Violenza e non violenza nella pratica politica. La presidente dell’Associazione, Ornella Cioni, ha introdotto l’incontro illustrando il tema proposto nelle molte sfumature in cui è trattato nel n. 97-98 della rivista Leggendaria. La rivista ha voluto in qualche misura rispondere al pamphlet di Luisa Muraro “Dio è violent”, pubblicato da Nottetempo, in cui la filosofa espone la sua tesi di fondo: “…la libera disponibilità di tutta la propria forza oggi si richiede per contrastare la violenza tacita dei rapporti di forza che si sta imponendo sopra tutte le civiltà del nostro pianeta, perciò è bene disporre liberamente di tutta la propria forza personale, a rischio anche di eccedere, di sconfinare nella violenza”.

“Non violente, non arrese”, titolo della sezione di Leggendaria dedicata al tema, già costituisce una chiara risposta, resa ancora più esplicita nell’articolo di Bia Sarasini che ribalta il problema chiedendo: “… se la democrazia, fondata sul consenso e la mediazione, è l’orizzonte politico in Occidente, si può veramente dire che riesca a tenere a bada la violenza del potere? Non è proprio questa la crisi della democrazia? Non bisognerebbe perciò continuare a interrogarsi e a cercarlo un potere non violento?”

A partire da queste premesse le due ospiti, Chiara Ingrao, scrittrice, e Sara De Simone, del Comitato promotore di “Se Non Ora Quando” hanno illustrato le loro posizioni, in parte già esposte nella rivista. Chiara Ingrao, facendo riferimento anche al suo ultimo libro “Oltre il ponte”, Ediesse, che raccoglie suoi scritti dagli anni Settanta al 2001, ha ripreso la sua idea di rifiuto della violenza e di valorizzazione della conflittualità agita nel privato, nel sociale, nella politica, così come è stata messa in atto in particolare dal movimento delle donne. Sara De Simone ha ribadito che la nonviolenza va praticata consapevolmente e in modo creativo. Bisogna sceglierla non per paura della violenza che è in noi, ma per la decisione di percorrere il più possibile un’altra strada, più efficace, più rispettosa, più propositiva, partendo da sé per capire come praticarla. La nonviolenza, secondo la giovane relatrice, costituisce l’opportunità di costruire un percorso alternativo realizzando una valorizzazione delle differenze e con un’andatura creativa. Chiara Ingrao, con la sua lunga esperienza e militanza sia nel femminismo che nei movimenti pacifisti, ha potuto tracciare un’ampia panoramica sull’operato dei movimenti non violenti nazionali e internazionali nel nostro recente passato, ricucendo una memoria storica che a volte si rischia di perdere e ridando dignità e valore all’infaticabile lavoro politico di molti. Perché la generazione degli anni Settanta non è tornata tutta a casa negli anni Ottanta e Novanta e in molti casi non lo hanno fatto nemmeno i suo figli. Contro il ricatto degli anni di piombo hanno saputo dar vita ad altre forme di lotta, altri movimenti, che più che porsi dalla parte giusta – oltre il ponte, come cantava Calvino – hanno cercato di gettare ponti, di attraversarli, insomma di creare legami invece di separare.

La discussione poi è stata portata sul tema dei rapporti tra movimenti e istituzioni e sull’ attuale situazione politica italiana dopo le elezioni. La riflessione sulla violenza non poteva infine trascurare il tema della violenza sulle donne e sugli strumenti da darsi per combatterla, considerando sia le complesse ragioni che portano talvolta le donne ad atteggiamenti di “complicità” coi loro carnefici, sia la necessità di un impegno più intenso da parte degli uomini a confrontarsi con dimensioni del profondo che finora sono state spesso loro estranee.

Il folto pubblico è stato sollecitato dai temi proposti ed è intervenuto in un animato confronto che ha concluso una bella giornata di riflessione.

L'articolo è stato pubblicato in Notizie. Aggiungilo ai preferiti permalink.