di Simone Stopponi
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Ciao, è da tempo che volevo scrivervi, non ricordo se già lo feci brevemente su qualche post, semmai scusate, l’età avanza!
Sicuramente saprete quanto Eloisa ha fatto anche per la musica e i gruppi di base a Orvieto, ma mi va di condividere con voi qualche ricordo.
Era credo il 1996, avevo il mio primo gruppo “serio”, quello con cui poi avrei fatto 2 dischi e girato l’Italia, anche se al tempo tanto seri non sembravamo, vestiti come punk settantasettini, tutti stracci, spille e capelli assurdi.
Ce ne stavamo frustrati appoggiati a un muretto in Via della Cava, a maledire questo e quello, per via che non si suonava e non c’era verso di trovare un po’ di spazio.
Succede che Eloisa passa di lì e si ferma a chiacchierare con questi tizi preoccupanti mai visti prima, ci invita in ufficio e col suo sorriso ci dice che “vedrete che lo troviamo spazio”!
Di lì a un mese c’è già in cantiere un piccolo raduno rock organizzato dal Comune insieme alla nostra neonata associazione.
Seguirono molti concerti e collaborazioni, poi ci perdemmo un po’ di vista perchè continuai a occuparmi di queste cose con l’Arci, ci incontravamo spesso però, quantomeno per Natale quando aspettavo il suo ciambellone “monodose”, scegli bianco o cioccolato?
Nel ’99 mi chiama e mi dice che devo fare assolutamente una cosa: grazie a una legge europea c’è possibilità di fare un corso e successivamente aprire un centro giovani a Orvieto!
Fu una delle esperienze più belle della mia vita e il risultato si chiama Tamburino ed è ancora tangibile e bello attivo tutt’oggi.
Qualsiasi musicista della mia età deve molto a Eloisa e la ricorda con affetto e riconoscenza. Sapete che in quegli anni Orvieto aveva un incredibile numero di band, soprattutto di musica originale? Ci chiamavano la “Seattle umbra”.
Mi piace pensare che se ancora oggi suono, è merito anche suo, e in ogni cosa nuova che tiro su per far suonare anche ‘sto maledetto tufo, ci sia anche il suo sorriso.