Il Filo di Eloisa al Convegno della Regione Umbria sulle Politiche di genere a Monteripido

monteripidoE’ stato un bel riconoscimento, per la nostra associazione Il filo di Eloisa, essere invitate a partecipare con un intervento alla tavola rotonda su “Far crescere le reti” al convegno scaturito dai primi risultati del tavolo sulle politiche di genere istituito dalla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. Il convegno “Le politiche di genere per lo sviluppo dell’Umbria”, a cui hanno partecipato esperte, filosofe, economiste, associazioni di donne, organismi di parità, istituzioni, parti sociali, mondo della scuola e dell’Università, si è svolto giovedì 23 giugno 2011 presso la Biblioteca del Convento di Monteripido a Perugia. Per la nostra associazione hanno partecipato la presidente  Ornella Cioni e Laura Ricci, del direttivo; ad aprire l’iniziativa, la nostra autorevole socia onoraria Alessandra Bocchetti, con “Perché è necessario che le donne governino: alla ricerca delle vere opportunità”.

Nel suo intervento pomeridiano, Laura Ricci ha sottolineato come per la nostra associazione, nata nel 2007 per onorare la memoria di Eloisa Manciati, il tema del “fare rete” e del “far crescere le reti” sia, da sempre, una precipua costante, in quanto eredi di quella rete fitta e significativa di relazioni politiche e culturali che Eloisa Manciati aveva tessuto in tutta Italia con figure femminili autorevoli impegnate, fin dagli anni Settanta, nell’elaborazione del pensiero e della pratica politica delle donne, e come continuare a tessere in suo nome questa rete sia una delle nostre principali finalità. Figure presenti al convegno stesso, come Alessandra Bocchetti e Maria Luisa Boccia, recentemente intervenute a Orvieto per il progetto “Per una cittadinanza attiva delle donne” portato avanti dall’associazione nel 2010-2011; o significativamente impegnate a livello nazionale e che hanno sempre risposto generosamente alle iniziative organizzate dal Filo di Eloisa per portare a Orvieto i loro preziosi saperi e il loro punto di vista; o che, come le consigliere di parità Marina Toschi e Raffaella Chiaranti, sono sempre state vicine alle attività dell’associazione. Ha altresì spiegato quanto il Filo di Eloisa abbia a cuore il rapporto con le giovani generazioni, tanto che varie iniziative sono state portate anche nelle scuole o hanno visto le giovani donne direttamente protagoniste. Sottolineato anche l’obiettivo principale dell’associazione: quello di mostrare e valorizzare la forza e la positività del pensiero femminile, così da poter contribuire alla diffusione di quei modelli simbolici consapevoli e positivi, a quel cambiamento di costume e di cultura senza il quale anche le innovazioni politiche più giuste e più ardite – “Metti in una regione più donne che uomini” recitava il sottotitolo del convegno – non si radicano e non diventano comune sentire. Da sempre nel fare rete, dunque, sia nel prendere da donne più autorevoli della realtà nazionale, sia nel farsi mediatrice nella realtà locale, l’associazione “Il filo di Eloisa è pronta e disponibile a tessere anche una forte rete regionale, un cui passaggio determinante sono state le recenti iniziative svolte in collaborazione con la Regione Umbria: il seminario su “il Corpo delle donne” tenuto da Lorella Zanardo l’incontro del maggio 2011 “Donne e politica. Lo stato della rappresentanza femminile e la necessità del Governare delle donne”, che ha visto la partecipazione della stessa presidente Marini.

“Dobbiamo costruire, insieme, azioni concrete affinché l’Umbria sia una regione più sostenibile anche per le donne – ha esordito, dopo l’intervento di Alessandra Bocchetti, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nella sua relazione  E più lo sarà per le donne, più la nostra sarà una regione sviluppata, moderna e forte in termini di coesione sociale, a anche economicamente. E su donne che, come me, rivestono ruoli istituzionali pensa ancor più la responsabilità del fare. Una responsabilità che dobbiamo assumerci per intero e che personalmente mi assumo”

“Se pensiamo che la pesante crisi economica ha cancellato come un colpo di spugna gli effetti positivi sin qui avuti della politiche e azioni messe in campo in favore di un riequilibrio del ruolo della donna nell’ambito della nostra società, e che i costi di questa crisi sono stati pagati essenzialmente dalle donne, probabilmente dobbiamo riflettere su un aspetto: ciò che è stato pensato e realizzato evidentemente non ha inciso nella struttura del nostro sistema economico e sociale. E dunque dobbiamo rivedere alla radice le politiche di genere. Dai lavori di questa giornata mi auguro giungeranno preziosi contributi per riflettere su ciò che occorre fare. E c’è molto da fare. Ciò nell’interesse di tutta la società, se è vero il dato che gli economisti riferiscono, e cioè che se vi fosse un giusto equilibrio e peso delle donne nel mondo del lavoro il Pil nazionale aumenterebbe del 30 per cento”.

“Le politiche pubbliche, dunque, ad ogni livello, non sono neutrali rispetto al genere, ma assumono effetti e conseguenze differenziate a seconda che il cittadino sia uomo o donna. E anche le scelte ed i flussi finanziari si traducono in maggiori o minori vantaggi in termini di politiche di genere. Così come – e ce lo dice l’Osce – la presenza delle donne sul mercato del lavoro costituisce un elemento positivo in termini di crescita economica, tanto che la componente femminile ha contribuito a un quarto della crescita annuale dal 1995 al 2008.

Nel definire le linee programmatiche di questa legislatura – ha proseguito la presidente Marini – abbiamo voluto indicare con estrema chiarezza che volevamo e vogliamo adottare adeguate politiche di genere, anche in considerazione di quanto ci chiede l’Europa, a cominciare dall’invito agli Stati membri ad adottare misure, in particolare per via legislativa, che stabiliscano obiettivi vincolanti per garantire la presenza paritaria di donne e uomini nei posti di responsabilità delle imprese, dell’amministrazione pubblica e degli organi politici”.
La presidente ha quindi illustrato la “strategia regionale” che, appunto ispirata anche all’impostazione europea e discussa nell’ambito dei vari incontro svolti nell’ambito del “Tavolo per le politiche di genere”, si muove essenzialmente su alcuni assi principali: favorire proposte vincolanti per l’occupazione e la conciliazione; rimuovere ostacoli alla parità; aiutare le vittime della violenza e contrastare fenomeni di violenza; sviluppare strumenti di formazione ed attuazione affinché tutte le parti interessate possano tenere debitamente conto, nei rispettivi ambiti di competenza, della prospettiva basata sulle pari opportunità tra uomini e donne; definire indicatori quantitativi e qualitativi e statistiche basate sul genere, da utilizzare nel monitoraggio dell’integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche; promuovere campagne di comunicazione volte a neutralizzare, dal punto di vista del genere, le professioni o le attività tradizionalmente maschili o femminili; realizzare programmi di sensibilizzazione nell’ambito dell’istruzione così che le ragazze possano essere orientate verso filiere e carriere non tradizionalmente femminili.

“Tra le azioni che abbiamo messo in campo, soprattutto per ciò che riguarda il lavoro, e per sostenere la creazione d’impresa e lo sviluppo delle imprese femminili, vorrei citare il fondo per il microcredito, previsto dalla nuova legge finanziaria con una dotazione di 1 mln di euro. Nei prossimi giorni – ha annunciato la presidente – sarà realizzato un seminario di informazione per promuovere la partecipazione al bando per accedere ai finanziamenti della legge nazionale per il sostegno della maternità e della paternità, che stanzia 15 milioni di euro finalizzati a realizzare iniziative per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro.

“La prossima riunione del Comitato scientifico – ha aggiunto – sarà ancora dedicata al tema del lavoro, alle azioni da proporre soprattutto nell’ambito del Piano regionale triennale per il lavoro che stiamo predisponendo. Sempre nella prossima riunione del Comitato si comincerà a trattare la legge di cittadinanza con l’intenzione di proporre l’esame del testo alla Giunta regionale entro ottobre: una legge – ha affermato la presidente – che vorremmo contribuisse a rimuovere gli ostacoli che impediscono di raggiungere una piena parità di genere nella vita sociale, culturale ed economica; promuovere l’imprenditorialità femminile. Ma anche tesa a valorizzare il ruolo delle associazioni e formazioni sociali che intervengono in questo specifico settore, così come per contrastare modelli e condizioni che favoriscono e generano forme di violenza e di discriminazione”.

Secondo la presidente, molto importante è anche l’aspetto della comunicazione in quanto è necessaria anche una maggiore visibilità e valorizzazione delle iniziative specifiche realizzate per le politiche di genere, nonché delle attività poste in essere dagli altri settori regionali che assumono rilevanza sotto un profilo di genere: “si tratta di diffondere a tutti i livelli – ha concluso, sia nell’ambito pubblico che in quello privato, una cultura attenta alle differenze di genere e alle trasformazioni in atto nelle condizioni di uomini e donne. Una comunicazione mirata ha lo scopo di offrire occasioni di confronto su tematiche di genere tra soggetti pubblici e privati che hanno interessi e obiettivi diversi, per incentivare lo sviluppo di sinergie e iniziative di rete, e avvicinare inoltre i cittadini e le cittadine alle politiche di genere messe in atto dalle istituzioni”.

Di grande interesse e spessore le varie relazioni, che hanno visto avvicendarsi, con grande efficacia e competenza Alessandra Bocchetti, teorica politica del pensiero della differenza, su “Perché è necessario che le donne governino: alla ricerca delle vere opportunità”; Marina Piazza, esperta di politiche di genere, su “Essere donne e uomini nella società che cambia”; Laura Pennacchi, economista, su “Genere, crisi, sviluppo; Maria Luisa Boccia, filosofa politica, su “Se una donna lavora… come mutare segno ai cambiamenti del lavoro”;  Claudio Carnieri, presidente Agenzia Umbria ricerche, su “Elementi per una lettura di genere del modello umbro”.

Nel pomeriggio si sono invece succedute due tavole rotonde su: “Le politiche: istituzioni e forze sociali” con la partecipazione di Leo di Girolamo, presidente Consiglio autonomie locali, Giuliana Piandoro, direttora Unioncamere Umbria, Teresa Severini, vice presidente Confindustria Perugia, Gaia Grossi, Università degli studi di Perugia, Maria Letizia Melina, direttora Ufficio scolastico regionale, Cinzia Bugiantelli, presidente “Cna”- impresa donna, Raffaella Chiaranti, segretaria regionale Cgil Umbria, coordinamento di Romano Benini, giurista; e “Far crescere le reti”, con il coordinamento di Cristina Papa, Università degli studi di Perugia, e la partecipazione di Ornella Bellini, Unione province italiane, Daniela Albanesi, presidente Centro pari opportunità, Laura Ricci, associazione il Filo di Eloisa, Adelaide Coletti, rete delle donne antiviolenza (rav), Carlo Biccini, Forum del Terzo settore, Stefano Strona, Tavolo regionale politiche di genere, Letizia d’Ingecco, responsabile donne Cisl Umbria e della vice consigliera di parità della Regione Umbria.

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