Un intenso pomeriggio al Ridotto del Teatro Mancinelli dà il via al cammino di “Crescere con le storie”

Le foto della galleria fotografica sono state scattate da Martina Sciucchino

Domenica 9 giugno 2013 si è svolta nella splendida cornice del Ridotto del Teatro Mancinelli di Orvieto la presentazione del volume pubblicato da Iacobelli, con la cura amorosa di Annamaria Crispino, dal titolo “Crescere con le storie, 12 racconti sul divenire donna” a cura dell’Associazione culturale “Il filo di Eloisa”.

Si tratta del lavoro scaturito dal terzo concorso nazionale bandito dall’Associazione nata a Orvieto nel 2007 per ricordare la figura e l’operato di Eloisa Manciati. Il concorso che l’associazione rivolge ogni due anni alla creatività femminile riguardava, in questa edizione, la scrittura di un racconto destinato a ragazze e ragazzi della fascia d’età fra i 10 e i 14 anni che avesse come protagonista una figura femminile.

Possiamo dire con soddisfazione che ancora una volta si è compiuto il piccolo miracolo di riuscire a dare vita alla creatura-libro, con un complesso lavoro di selezione dei materiali pervenuti da parte della giuria presieduta dalla scrittrice Paola Zannoner. I dodici racconti prescelti hanno visto cimentarsi con la non facile scrittura rivolta ad adolescenti, donne di varia provenienza geografica e… anagrafica (alcune delle quali avevano partecipato al secondo concorso sulle biografie), con l’apporto particolarmente gradito di quattro giovanissime autrici che frequentano ll biennio della scuola superiore e che hanno voluto raccogliere l’invito e la sfida, anche grazie al contatto e allo stimolo fornito dall’Associazione al mondo della scuola e dalla scuola recepito con attenzione e sensibilità.

Ogni racconto è stato illustrato da una tavola in bianco e nero della giovane disegnatrice Elena Valentini che ha colto con freschezza momenti e espressioni peculiari di ogni storia.

Nel pomeriggio intenso e affollatissimo, all’ombra delle delicate grottesche che incorniciano la sala del Ridotto del Teatro, si sono mescolati insieme, in un’atmosfera di ascolto e allegria, diverse autrici venute da fuori in compagnia dei loro familiari, nonni e nipoti, una nutrita presenza di ragazzi del Liceo Scientifico con le loro insegnanti, amici e socie dell’Associazione, libraie e persone interessate alla scrittura e all’attività culturale del Filo di Eloisa, cosicchè le due ore intense trascorse in compagnia sono volate in un’attenzione serrata e continua.

Con il coordinamento sempre curato e delicato di Laura Ricci, il volume è stato presentato dalla presidente dell’Associazione Ornella Cioni che ha restituito con sapienza il senso della scrittura al femminile e dell’obiettivo che il Filo di Eloisa persegue con il Concorso, esplorando generi e linguaggi sempre diversi, a cui è seguito un breve e succoso resoconto di Paola Zannoner sul lavoro svolto dalla giuria, sulle variegate esperienze e generi esplorati dalle autrici, sul mondo affascinante della scrittura per ragazzi e ragazze che si radica e si colloca fortemente nel presente, con tutte le inquietudini e le problematiche del tempo che viviamo.

È seguito poi un emozionante momento di contatto diretto con i testi nelle letture curate dal Filo di Eloisa che hanno visto sfilare davanti agli occhi dei presenti i personaggi, le storie, gli intrecci, cogliendo per ogni racconto quei passaggi e quei nodi centrali che hanno determinato nelle protagoniste il momento della svolta, della crescita, della trasformazione, delle relazioni significative.

Le lettrici adulte Loretta Fuccello, Teresa Equitani, Laura Capaldo, Simona Mingardi sono state affiancate o si sono alternate in alcuni momenti con le giovanissime autrici Irene Paolini, Sofia Mazzoli, Marina Rellini, Angelica Basciu, queste ultime due supportate dal valido aiuto della compagna di scuola Elena Trippella.

All’interno delle letture si è collocata la candida e delicata presenza di Alice Sforza con in mano la sua gabbietta vuota, simbolo di un’interiorità femminile che compie il suo percorso tra dentro e fuori di sé senza perdere il contatto con la propria autenticità.

A corredare un pomeriggio così pieno di emozioni nel finale il prezioso omaggio musicale e autoriale di Simone Stopponi che ricordando il ruolo centrale nella propria esperienza giovanile dell’incontro con Eloisa Manciati, nel tempo in cui nell’ambito del suo lavoro suscitava, faceva nascere e crescere i Centri di aggregazione giovanile a Orvieto e nel territorio, ha saputo donare un vero e autentico momento di commozione, a riprova che mantenere un legame così forte con il passato non è un esercizio di retorica ma l’unica possibilità per dare senso al nostro presente.

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