Domenica 3 aprile 2016
ore 17,30 da Valvola
Ultimo incontro a Orvieto per il ciclo “Spiragli”, organizzato dall’associazione culturale “Il filo di Eloisa”. Si tratta di proposte di lettura e di incontri con le autrici che l’associazione femminile ha voluto rilanciare per ricordare, con un piccolo ma significativo calendario, un progetto analogo che negli anni Novanta era stato condotto da Eloisa Manciati, nel suo ruolo di addetta all’Ufficio Cultura del Comune. Proposto dal Filo di Eloisa, “Spiragli” si svolge in collaborazione con il locale Valvola in Piazza del Popolo, l’associazione Lettori Portatili e le edizioni La Vita Felice. La serata sarà dedicata a Daniele Tinacci, l’amato e stimato presidente dei Lettori Portatili scomparso in questi giorni.
L’ultimo incontro in calendario, dal titolo “Migrazioni tra culture e lingue”, vedrà come protagonista Alexandra Zambà, poeta e presidente dell’Associazione dei Ciprioti in Italia NIMA, con la presentazione della sua silloge poetica bilingue “Planare lo sguardo – Αιωρείται το βλέμμα” (Edizioni La Vita Felice). L’incontro si svolgerà Domenica 3 aprile alle ore 17,30 presso Valvola in Piazza del Popolo 17. Insieme all’autrice, saranno presenti a dialogare con il pubblico Laura Ricci, poeta e traduttrice, per Il filo di Eloisa, e Diana Battaggia, direttrice editoriale del settore Poesia delle edizioni La Vita Felice. Gli interventi musicali sono affidati alla bella e intensa voce di Martina Sciucchino. Collabora alle letture Ambra Laurenzi. All’evento, che sarà tra l’altro un’occasione per parlare del farsi ponte delle parole tra culture diverse, dell’impresa del tradurre e delle sue problematiche – tutti i testi presentati da “Spiragli” sono infatti bilingui – partecipa inoltre Cinzia Marulli, poeta e sinologa.
Con il suo libro “Planare lo sguardo”, che contiene anche una conversazione con l’amico filosofo cileno Luis Razeto, Alexandra Zambà invita ad avere uno sguardo diverso nella ricerca della verità e della realtà. Non lo sguardo tradizionale del filosofo che guarda in alto, verso il cielo stellato e più in là; non lo sguardo dello scienziato che osserva i particolari minimi con l’uso del microscopio, o quello del saggio che guarda in basso cercando la verità al proprio interno; non quello di una superiore distanza. Alexandra ci invita a uno sguardo nuovo: prendere il volo dall’alto della montagna e, come l’aquila che plana il suo sguardo di cacciatore, a “planare lo sguardo perenne in cerca”. La sua è una poesia dell’interiorità e dell’impegno civile, che tra “pensieri scapigliati” e “pensieri sghembi” declina l’esistere tra accadimenti, perdite, lontananze, attese, sempre alla ricerca attenta del dialogo e dell’incontro con l’altro.
Nata ad Alessandria d’Egitto da madre greca e padre cipriota, ha vissuto e studiato a Cipro fino al completamento delle scuole superiori, per poi laurearsi all’Università di Roma “La Sapienza”. Da allora, in continuo migrare fra due diverse terre e lingue – il greco e l’italiano – vive e lavora in Italia, dove è stata prima insegnante nelle scuole superiori e, successivamente, scenografa, autrice e regista teatrale, produttrice cinematografica e televisiva, organizzatrice di eventi e operatrice culturale e sociale.