Alla Casa Internazionale delle Donne di Roma “domande sul cambiamento”

di Ornella Cioni

Il Gruppo del mercoledì, che da anni lavora sul tema della Cura del vivere, ha convocato lo scorso sabato 20 aprile alla Casa internazionale delle donne un incontro per tutte coloro che sono andate a Paestum, ma anche per tutte e tutti coloro che avessero interesse a pensare insieme il presente.

L’ intenzione era quella di mettere in circolazione pensieri e parole utili a una trasformazione della politica, nella consapevolezza della difficoltà di cogliere il senso dei movimenti profondi che stanno velocemente emergendo.

Proprio per questo si riteneva necessario un incontro per discutere, per approfondire quello che succede. C’era la volontà di mettere in comune preoccupazioni, dubbi, speranze, ma anche verificare quanto del “Primum Vivere” femminista che abbiamo nominato a Paestum nell’ottobre dello scorso anno si è trasferito o si sta trasferendo nella confusa scena del presente.

Sul blog di Paestum le intenzioni dell’appuntamento sono state poi illustrate da un chiaro intervento di Bianca Pomeranzi, che ha presieduto l’incontro, avvertendo in apertura che non si voleva parlare del contingente, ma di un’attualità che certamente andava affrontata nelle sue implicazioni col passato e in tutta la sua complessità. L’atmosfera dell’incontro non ha potuto non risentire di un turbamento dovuto alle vicende del giorno prima e della serata con la mancata elezione di Prodi, le dimissioni di Bersani e un Pd allo sbando. A tale proposito veniva espresso da parte di alcune un sentimento di pena per questo crollo, che chiamava in causa ancora una volta la tentazione di un dare soccorso, un offrire da parte delle donne una cura che potrebbe limitare e annacquare la conflittualità con la politica maschile.

Ida Dominijanni è intervenuta dicendo che certamente, come era stato sottolineato in un precedente intervento, si sta tirando la riga di una serie di cambiamenti, ma a volte succede qualcosa di forte, che va segnalato e in questo momento è il crollo del PD. L’ambiguità della sinistra, ha proseguito, è stata non aver mai risolto all’interno del partito il dilemma tra democrazia parlamentare e il civettare con la democrazia diretta, è una vicenda che va avanti da vent’anni e che è stata incarnata e cavalcata da diversi leader, espressione di due diversi modi di vedere la politica. Secondo Dominijanni per uscire dall’afasia in cui rischiano di cadere, le donne devono riprendere la loro riflessione dalla questione sessualità e politica, nella cui gestione segnala una debolezza del movimento, il quale, dopo l’esplosione del sex- gate di Berlusconi, ha lasciato spazio a una specie di rimozione, mentre lo stesso Snoq (Se non ora quando) ha abbandonato il tema. Del resto anche a Paestum quello della sessualità è stato l’argomento più trascurato. A tutto ciò si è aggiunto in questa fase l’affermazione del M5s in cui le donne si chiamano cittadine, termine che si collega storicamente a un’idea di cittadinanza neutra, che espunge quindi la differenza. Intanto , come aveva affermato anche Bianca Pomeranzi, si è consolidato “il tacito accordo bipartisan delle “donne a disposizione” nei vari stereotipi di “ammortizzatori sociali”, di risorse sessuali e per ultimo di riserve della politica contro le derive della casta”. Non bisogna invece sottovalutare, ha proseguito Dominijanni, l’effetto che ha provocato su alcuni uomini l’ostentazione di potenza sessuale di Berlusconi e il sedimento di sentimento di impotenza che ha alimentato in altri. Questo richiederebbe anche, a livello di autocoscienza, una riflessione sui legami di dipendenza, legati al sentimento della compassione, che crea per le donne l’essere legate a uomini che si scoprono impotenti, perché si tratta di una costellazione di sentimenti molto complessa. Alberto Leis invece ha manifestato il suo interesse ad affrontare il tema sessualità e politica discutendo in modo non astratto e descrittivo, ma per fare un’alleanza fra uomini e donne. Ha poi ripreso il già proposto argomento della crisi determinata in politica dal difficile passaggio generazionale, perché se tra le donne, per esempio a Paestum, è avvenuto qualcosa, tra gli uomini invece non è ancora avvenuto niente.

M.L. Boccia ha manifestato il suo disagio riguardo all’evento della fine di una forma politica maschile, quella della sinistra, ma in generale della democrazia come l’abbiamo conosciuta. Ha ricordato di aver nel 2008 espresso la necessità di avere ” il coraggio di finire”, ma la fine attuale, ha proseguito, è avvenuta senza coraggio, per implosione del PD, l’ultimo simulacro della forma partito. Tutto ciò riguarda anche le donne e ci pone la domanda di quale sia per noi il rapporto della democrazia con la nostra politica. Noi abbiamo praticato il conflitto, l’eccedenza, la trasversalità, ma la fine è avvenuta in un modo diverso da come volevamo; volevamo una politica differente, ma si è incarnata in soggetti diversi (Berlusconi, Grillo). Eravamo diventate abili a praticare il conflitto con la forma maschile, ma adesso è necessario attrezzarsi per affrontare una situazione diversa. Boccia ha poi nominato una serie di conflittualità da affrontare da parte delle donne:l’analisi del berlusconismo, il conflitto tra coloro le quali praticano una politica neutra e quelle che praticano la differenza, il conflitto generazionale, che non esiste solo per gli uomini. Ha sottolineato inoltre di non credere nella semplice coincidenza tra crisi del maschile e crisi della politica maschile, ma di ritenere che si tratti di qualcosa di più complesso.

Sergio Bellucci ha fatto un’ampia analisi della situazione attuale, mettendo in evidenza i danni che derivano dalla rappresentanza come è stata costruita negli ultimi vent’anni e ha sottolineato come continuiamo ad avere una retro cultura in cui si ignora la novità del capitalismo del Novecento, che attraverso un processo di mercificazione dei bisogni che derivano dai cinque sensi sta producendo un’umanità antropologicamente nuova, condizionata dalla società delle immagini.

Dominijanni ha voluto porre a Boccia una dolorosa domanda. Nonostante sia d’accordo sulla necessità di nominare la fine si è chiesta se, pur continuando a operare per la realizzazione del nostro progetto della differenza femminile, non sia necessario accogliere anche il rischio che abbiamo fatto il nostro tempo, che sia giunto per noi il momento di fare storia e non intervento politico.

Nel pomeriggio è stato diffuso da Huffington post una nota su un colloquio tra Bersani , Berlusconi e Napolitano in risposta al quale è stato inviato al giornale un comunicato, che tuttavia non è stato condiviso da tutte le presenti. http://www.huffingtonpost.it/news/dieci-saggi-e-il-resto-donne

L'articolo è stato pubblicato in Notizie. Aggiungilo ai preferiti permalink.